È importante considerare che la maggior parte delle evidenze disponibili in letteratura non si riferisce all’efficienza energetica negli edifici pubblici, bensì agli edifici residenziali (abitazioni private), ad eccezione di alcuni studi (CIRCE, 2015).
Va segnalato che è possibile classificare i cambiamenti comportamentali sulla base della competenza: vi possono essere cambiamenti comportamentali di competenza del proprietario dell’edificio, ma anche cambiamenti comportamentali di competenza del gestore dell’edificio (per lo più attinenti agli aspetti di manutenzione o pulizia e ad interventi a costo zero per migliorare l’efficienza energetica nell’uso di apparecchiature per illuminazione, riscaldamento e raffrescamento), e infine cambiamenti comportamentali di competenza dell’utente finale dell’edificio.
Un’altra distinzione rilevante riguarda la tipologia degli edifici interessati dalle misure di efficienza energetica comportamentale. Nell’ambito del patrimonio edilizio pubblico, è possibile individuare principalmente gli edifici istituzionali e destinati ad uffici in generale, gli edifici scolastici, e gli edifici adibiti a palestre e altri impianti sportivi.
Nel menù a destra è proposto, a titolo esemplificativo, un elenco non esaustivo di misure comportamentali contemplate dai vari metodi e strumenti DSM e adottabili in modo pressoché trasversale in tutte le tipologie di edificio succitate, presentati in ordine crescente sulla base del potenziale di riduzione del consumo derivante dalla loro applicazione (cambiamenti comportamentali individuali): indicativamente, escludendo gli effetti cumulativi o auto-rinforzanti, livello base (fino al 10% di riduzione), livello intermedio (tra il 10% e il 20% di riduzione) e livello elevato (oltre il 20% di riduzione).