Nel settore pubblico i temi della valorizzazione del patrimonio immobiliare e del risparmio energetico sono sempre più strategici, pertanto in questo scenario la PA può rappresentare un traino ed un esempio, nel duplice ruolo istituzionale di promotore di misure per il miglioramento dell’efficienza energetica e l’evoluzione tecnologica di impianti e edifici, nonché di attuatore di interventi di efficientamento energetico sul proprio patrimonio edilizio.

La PA dovrà altresì attivare una sinergica collaborazione sia con le comunità energetiche, sia con gli specialisti del settore energetico, per far sì che gruppi organizzati di cittadini riescano ad esercitare durevolmente tali aggregazioni, cosicché le stesse possano diventare un efficace strumento per realizzare lo sviluppo sostenibile.

Si delinea da quanto sopra detto un ambito di interesse comune tra la PA e la CE definito da un lato dal perseguimento dell’interesse pubblico e la promozione del bene comune per il soggetto pubblico, e dall’altro nel fornire benefici ambientali ed economici e/o sociali a livello di comunità come organizzazione senza scopo di lucro.

In Italia sono già in corso sperimentazioni tra CE ed enti locali: progetti pilota o primi casi in cui iniziano a comparire i primi avvisi pubblici di iniziativa degli enti locali finalizzati all’acquisizione di manifestazioni di interesse a partecipare alle procedure successive per la costituzione di aggregati di produttori di energia da fonte rinnovabile, e di consumatori per la implementazione delle cosiddette comunità energetiche. Vengono promosse indagini di mercato per selezionare professionisti a cui affidare la redazione e sviluppo del progetto di CE.

È possibile citare, tra i diversi esempi, il caso del comune di Turano Lodigiano, il caso del quartiere Pozzo Strada a Torino, in cui è prevista contestualmente la realizzazione di un intervento urbanistico basato sugli NZEB, il progetto pilota del Consorzio di Bonifica Sicilia orientale per la realizzazione di una REC a Sferro, Paternò, Catania, nonché quello del comune sardo di Borutta, in provincia di Sassari.

Da parte delle Regioni si sta procedendo alla redazione di linee guida che definiscono i criteri per l’adozione del protocollo d’intesa per proporre o procedere alla costituzione di una CE, oppure aderire ad una CE esistente, o che ne definiscono i requisiti tecnici minimi, i criteri per la redazione del bilancio, le modalità di sostegno finanziario, la redazione di leggi regionali che promuovano l’istituzione di CE contestualmente alla produzione e lo scambio di energia prodotta principalmente da fonti rinnovabili, nonché la sperimentazione e la promozione di nuove forme di efficientamento e di riduzione dei consumi energetici.