EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DI EDIFICI PUBBLICI

Linee guida propedeutiche alla pianificazione degli interventi

 


PREMESSA

Gli edifici pubblici sono costruzioni di proprietà, gestite o controllate dalle pubbliche amministrazioni locali, regionali, nazionali o europee. Gli edifici di proprietà, controllati o gestiti dalla stessa autorità locale sono quelli su cui l’amministrazione locale ha generalmente il maggior controllo e sono quindi quelle su cui è più semplice adottare misure esemplari come ad esempio quelle di efficientamento energetico e la promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

La proprietà degli edifici pubblici infatti può non essere totalmente pubblica, può essere mista pubblica/privato oppure privata ad uso pubblico totale/parziale generando in questi casi necessità e scenari diversi in particolare per quanto riguarda ciò che è routine fare o ciò che si vorrebbe fare per migliorare la qualità e le prestazioni degli immobili utilizzati.

Ad ogni modo per individuare su quali edifici è più opportuno o prioritario intervenire, ad eccezione delle “emergenze” o situazioni di necessaria manutenzione, è consigliabile partire da una buona conoscenza e analisi del patrimonio edilizio pubblico o degli edifici su cui si vuole intervenire (fase conoscitiva). È questo un aspetto da non sottovalutare e che richiede disponibilità di risorse, personale qualificato, tempo e una buona programmazione/organizzazione delle attività.  Per questa ragione è bene avere presente che esistono diversi approcci e varie esperienze svolte o in corso negli enti pubblici, nel settore universitario oppure nell’ambito di progetti finanziati all’interno di programmi europei da cui è possibile ricavare utili strumenti e indicazioni su come procedere.

Terminata la fase conoscitiva del patrimonio pubblico in cui si acquisisce consapevolezza del complesso di edifici pubblici e delle loro caratteristiche, sarà poi necessario passare alle fasi successive che portano a dover assumere delle decisioni per gestire o pianificare le azioni necessarie (progettazione, appalto dei lavori, ecc.).

In questi casi è necessario obbligatoriamente tenere conto delle scelte e priorità politiche che gli amministratori pubblici si sono dati o si danno nel corso del mandato politico, delle disponibilità di risorse e dell’organizzazione tecnico-amministrativa di cui dispone l’ente pubblico.

Pur tenendo comunque conto di quanto sopra, può tornare inoltre utile conoscere, approfondire e riproporre le buone pratiche e gli strumenti che sono stati predisposti dal settore universitario o in ambito europeo.  Sono sempre più i programmi EU che integrano la linea dell’efficientamento energetico alle varie politiche e che generano progetti europei aventi a volte obiettivi simili ma diversificati tra loro da piccole variabili, comunque tutti molto utili perché consentono di contestualizzare alle diverse situazioni e necessità. Nell’ultimo periodo di programmazione europea (2014-2020) infatti sono stati e stanno venendo messi a punto diversi strumenti e supporti per far fronte a nuove richieste indicate dagli amministratori pubblici e che quindi potrebbero essere utilizzati proprio per aiutare gli enti pubblici nell’organizzazione delle attività o processi decisionali che stanno alla base di interventi di efficientamento energetico potendo mettere insieme, elaborare, gestire molti dati e persino fare simulazioni.

È possibile trovare all’interno dei vari progetti europei di recente programmazione:

  1. strumenti per gestire sistemi operativi di governance multilivello (ad esempio per raccogliere le informazioni generali degli edifici o per offrire un supporto nelle varie fasi decisionali in sede di pianificazione) che utilizzando piattaforme digitali.
  2. strumenti di analisi finanziaria che consentono di condurre e documentare la ricerca della migliore copertura finanziaria applicabile in un dato contesto di investimento legato alla riqualificazione energetica di edifici oppure che mettono in sinergia i vari soggetti coinvolti nel processo finanziario per aiutarli a superare le criticità di vari processi (amministrativi, tecnici, finanziari, ecc.).
  3. strumenti per raccogliere ed elaborare i principali dati relativi ai consumi energetici reali degli edifici al fine anche di simulare le varie misure di efficienza energetica
  4. proposte di azioni e spazi di networking per condividere esperienze su come identificare, promuovere e sviluppare progetti di riqualificazione energetica degli edifici.

Queste opportunità però hanno alcune criticità. Per chi non ha dimestichezza nella progettazione europea è difficile avere una visione completa di questi progetti, dei loro obiettivi, degli strumenti predisposti in modo da permettere, a chi volesse utilizzarli, una scelta contestualizzata a particolari necessità. A volte inoltre i materiali e i prodotti realizzati hanno un copy right e per consultarli o utilizzarli è necessario siglare accordi tra le parti.

Ad ogni modo, se si volesse approfondire i contenuti o estrarre materiali dei progetti europei, si suggerisce di cercare direttamente sui siti dei programmi europei o contattare chiedendo informazioni i Contact Point nazionali dei programmi che potranno veicolare ai referenti di progetto oppure nei siti WEB delle regioni o degli enti locali che partecipano alle attività in qualità di partner del progetto è consueto trovare i link necessari.

CONCLUSIONI: non esiste un metodo più o meno efficace, è necessario di volta in volta scegliere e decidere quali sono gli strumenti più adatti da utilizzare e ad ogni modo è bene ricordare che i diversi approcci ed esperienze possono ad esempio aiutare nel raccogliere dati, decidere le priorità e ad avere una buona conoscenza del patrimonio pubblico da gestire, ma non a programmare e realizzare gli interventi edilizi.

Per programmare e realizzare interventi edilizi in edifici pubblici, tra cui anche quelli di riqualificazione energetica, è necessario principalmente avere una buona conoscenza del codice dei contratti pubblici (D.lgs n.50/2016 e s.m.ed.i.) e delle normative ambientali, urbanistico-edilizie, tecniche del proprio territorio.

La riqualificazione di un edificio pubblico o ad uso pubblico non può prescindere dalla conoscenza della disciplina che regolamenta i contratti di appalto e di concessione aventi per oggetto l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere (compreso i concorsi pubblici di progettazione).

Si ricorda inoltre che gli acquisti di beni e servizi o i lavori pubblici, in casi come questi, solitamente devono preventivamente essere pianificati e programmati mediante l’adozione di un programma biennale (nel caso di acquisti di beni e servizi) e di un programma triennale (nel caso di lavori pubblici). Programmi che devono essere approvati nel rispetto dei documenti programmatori e in coerenza con il bilancio dell’ente o con i documenti che disciplinano la programmazione economico-finanziaria degli enti locali.

È bene inoltre considerare che gli enti locali italiani, proprio per una caratteristica legata alla struttura organizzativa degli enti stessi in funzione dell’ampiezza del territorio e degli abitanti, non detiene di personale con tutte le qualifiche e specializzazioni necessarie per progettare ed eseguire un’opera pubblica quale può essere un intervento di efficientamento energetico di un edificio pubblico.

In questi casi, difficilmente con i propri uffici interni l’amministrazione pubblica sarà in grado di predisporre i progetti di riqualificazione energetica per cui, come riportato sopra, è sicuramente più consigliato  all’amministrazione pubblica di dotarsi di personale competente in materia di contratti di appalto e di concessione aventi per oggetto l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere (compreso i concorsi pubblici di progettazione) e ovviamente garantirgli un aggiornamento costante su questa materia attraverso corsi di formazione periodici.


 CONOSCERE LE CARATTERISTICHE DEGLI EDIFICI PUBBLICI DEL PROPRIO TERRITORIO E INDIVIDUARE SU QUALI EDIFICI È PRIORITARIO INTERVENIRE

 

  ALCUNE OPPORTUNITA’ E INDICAZIONI METODOLOGICHE
Patto dei Sindaci(*) e Sviluppo di un piano d’azione locale (PAES-PAESC)

Il Patto dei Sindaci è un’iniziativa della Commissione europea, lanciata nel gennaio 2008, che assegna un ruolo chiave alle città nella lotta al cambiamento climatico tramite l’attuazione di politiche locali mirate ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

L’iniziativa è su base volontaria e le città che vi aderiscono si impegnano a raggiungere un obiettivo minimo di riduzione delle emissioni dei gas serra del 20%. Le città che siglano il Patto possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati nel Pacchetto Clima Energia, conosciuto con la sigla 20-20-20 (ridurre le emissioni di gas serra del 20%, aumentare del 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020).

Al fine di tradurre l’impegno politico in misure e progetti concreti, i firmatari del Patto si impegnano, entro l’anno successivo alla firma, a presentare un Piano d’azione per l’energia sostenibile (PAES) in cui sono delineate le azioni principali che essi intendono avviare per ridurre le emissioni di CO2 attraverso la riduzione del consumo finale di energia nei settori in cui gli Enti locali possono incidere. Tra, tra cui rientrano anche gli edifici pubblici di proprietà dell’ente.

Responsabile del coordinamento e della gestione quotidiana dell’iniziativa è l’Ufficio del Patto dei Sindaci (CoMO) istituito e fondato dalla Commissione Europea e gestito da un consorzio di reti europee rappresentanti autorità locali e regionali che fornisce assistenza a carattere amministrativo, tecnico e promozionale su base giornaliera. (Covenant of Mayors Office)

In collaborazione con il CoMO sono molte le iniziative e i webinar organizzati per accompagnare i firmatari nella fase operativa di attuazione delle attività del Paes.

Il Joint Research Centre è il braccio scientifico e tecnico della Commissione europea e lavora in stretta collaborazione con l’Ufficio del Patto per fornire ai firmatari linee guida tecniche ( per la versione in italiano vedere il link sotto (*)  )  e modelli per garantire gli impegni assunti dal Patto dei Sindaci e monitorarne l’attuazione e i risultati.

Dal 1° novembre 2015 il Patto dei sindaci si evolve divenendo il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, in cui i firmatari si impegnano ad unire la strategia di mitigazione in campo di energia sostenibile a quella per l’adattamento ai cambiamenti climatici: il PAES diventa PAESC.

(*) tratto da: http://energia.regione.emilia-romagna.it/piani-programmi-progetti/politiche-europee/patto-dei-sindaci-2/patto-dei-sindaci

Pianificazione urbanistica

La pianificazione urbanistica è un’opportunità per censire e ottenere informazioni anche sugli edifici oltre che su tutti gli ulteriori aspetti per cui è necessario predisporlo.

Attraverso ad esempio un quadro conoscitivo gli enti locali possono definire le politiche di riuso e di rigenerazione urbana mediante l’analisi dei tessuti urbani esistenti che in quei casi possono essere l’occasione per fare il censimento di edifici (pubblici e privati) che presentano una scarsa qualità edilizia, ricomprendendo in questa anche gli aspetti legati all’efficientamento energetico o alla sicurezza sismica.

Costruzione di un catasto energetico (e non solo) del patrimonio ed.pubblico

È un’indagine che ha l’obiettivo di censire oppure costruire un catasto degli edifici pubblici organizzato come strumento di informazione/monitoraggio.

È la descrizione della situazione attuale del parco edifici pubblici in termini di energia utilizzata ed emissioni, ma è anche l’opportunità per raccogliere informazioni su altre caratteristiche che è bene tener presente e monitorare in modo integrato (sismica, sicurezza, igiene, ecc.). Si ricorda infatti che, tra gli obiettivi della recente Direttiva 2018/844/EU che possono avere una ricaduta importante anche per le politiche energetiche e il ciclo di vita degli edifici, ci sono anche:

–  le strategie di ristrutturazione a lungo termine per affrontare il tema della sicurezza in caso di incendi, nonché per far fronte ai rischi connessi all’intensa attività sismica.

– le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità del 2009 le quali stabiliscono che edifici più efficienti offrono maggiore comfort e benessere agli occupanti e migliorano la salute per quanto concerne la qualità dell’aria interna.

Per ciascun edificio mediante un audit è possibile ad esempio raccogliere ed elaborare diversi dati, come ad esempio:

–  dati specifici dimensionali, strutturali, caratteristiche e dotazioni impiantistiche (termiche ed elettriche)

– consumi reali termici ed elettrici,

– Scheda dei progetti di manutenzione preventiva (ordinaria, straordinaria) contenenti anche misure di sicurezza e di conformità alle richieste di legge (sismica, impiantistica, accessibilità).

NB: si ricorda che la diagnosi energetica e la collegata relazione di fattibilità tecnica-economica sono importanti strumenti che consentono di capire, in riferimento a uno o più edifici, i possibili interventi che si potrebbero effettuare su un edificio per migliorare l’EE e per promuovere l’uso delle FER.

Indagine di base L’indagine di base può aiutare a stabilire le priorità delle azioni e monitorarne gli effetti in base agli indicatori di riferimento.

È quindi un’opportunità per capire e definire quali sono gli obiettivi da perseguire per poi passare alla pianificazione delle azioni necessarie come ad esempio elaborare un Piano di Azione oppure organizzare le informazioni per monitorare le priorità d’intervento o fare riscontri su azioni già attivate.

È necessario poter disporre:

–  di dati reali ed esistenti (ad esempio i consumi/costi dedotti dalle utenze gas e luce)

–  di un quadro della legislazione di settore e dei piani in vigore sul territorio

– delle priorità politiche esistenti, nonché di come è organizzato l’ente pubblico, delle risorse disponibili da dedicare all’indagine e quali possono essere gli stakeholder da coinvolgere.

È utile conoscere anche le previsioni di utilizzo degli edifici in futuro o di altri interventi edilizi diversi dall’EE (cambio di destinazione d’uso; ottimizzazione, manutenzioni o altre opere che si rendono necessarie sugli edifici diverse da EE, metodologie di lavoro innovative tipo smart working, telelavoro che possono generare necessità di utilizzo diverse, ecc.)

obiettivi da definire  seguendo i principi dell’acronimo SMART

SMART: Specifico, Misurabile, Attuabile, Realistico e Temporizzato.

Per stabilire obiettivi SMART, ci si dovranno porre le seguenti domande:

1. Specifico (ben definito, con un obiettivo chiaro, dettagliato e concreto). Domande: cosa stiamo cercando di ottenere? Perché è importante? Chi lo farà? Quando deve essere finito? In che modo lo faremo?

2. Misurabile (kWh, tempo, denaro, %, ecc.). Domande: come stabiliamo che l’obiettivo è stato raggiunto? Come possiamo effettuare le relative misurazioni?

3. Attuabile (fattibile, raggiungibile). Domande: è un obiettivo possibile? Possiamo raggiungerlo rispettando la tempistica stabilita? Siamo consapevoli dei limiti e dei fattori di rischio? Questo obiettivo è stato raggiunto altre volte?

4. Realistico (rispetto alle risorse disponibili). Domande: attualmente disponiamo delle risorse necessarie per raggiungere questo obiettivo? Se la risposta è no, come possiamo ottenere risorse

5. Temporizzato (definizione di una scadenza o tabella di marcia). Domande: quando sarà raggiunto questo obiettivo? La scadenza definita è chiara? La scadenza è possibile e realistica?

Vedi esempi di obiettivi SMART: vedi punto 6.3 delle LINEE GUIDA TECNICHE ai PAES https://www.covenantofmayors.eu/IMG/pdf/seap_guidelines_it-2.pdf

Analisi SWOT

 

L’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats, punti di forza, punti deboli, opportunità e minacce) è un utile strumento di pianificazione strategica e può essere utilizzato anche per il processo di Piani di Azione Locale.

Partendo dai risultati dell’indagine di base, l’analisi SWOT consente di determinare i punti di forza e i punti deboli dell’autorità locale nel campo della gestione energetica e del clima, nonché le opportunità e le minacce che potrebbero avere un’influenza sul Piano stesso . Questa analisi può aiutare a definire le priorità nella fase di studio e selezione delle azioni e delle misure da intraprendere.

Vedi esempi di obiettivi SWOT: vedi punto 5.3 delle LINEE GUIDA TECNICHE ai PAES https://www.covenantofmayors.eu/IMG/pdf/seap_guidelines_it-2.pdf

Per approfondire: